Casa Lungimiranza Moma: pensare alle macchine come arte

Moma: pensare alle macchine come arte

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Anonim

Un paio di settimane fa, ho avuto l'opportunità di unirmi ai miei amici nel CTO Club di New York per un tour di una nuova mostra intitolata "Thinking Machines: Art and Design in the Computer Age, 1959-1989".

In questa mostra, i curatori hanno giustapposto i primi computer e progetti di componenti con opere d'arte ispirate a queste macchine (e hanno incluso alcune delle macchine stesse). Il professore Heather Hess ha spiegato che molti artisti sono stati influenzati dalle macchine, ma anche che ora siamo venuti a vedere i computer stessi come importanti opere d'arte.

Come appassionato della prima tecnologia informatica, ero interessato a molte delle macchine esposte. Alcuni sono piuttosto oscuri, come l'Olivetti Programma 101 del 1965, che il museo descrive come un precursore dei computer desktop, progettato da Mario Bellini. Altri sono più famosi, come un originale Apple Macintosh, un Macintosh XL (che assomiglia ad una Apple Lisa, ma con un software diverso) e un IBM ThinkPad 701, con la sua tastiera a farfalla.

Il fulcro della mostra è una Thinking Machines CM-2 (sopra) del 1983, progettata da Tamiko Thiel con Danny Hillis, Gordon Bruce, Allen Hawthorne e Ted Bilodeau. Come esposto, le luci sul CM-2 lampeggiavano e un mio amico che aveva lavorato presso Thinking Machines e recentemente assistito nella mostra disse che stava semplicemente eseguendo un programma chiamato "Luci casuali e piacevoli".

C'erano anche un certo numero di componenti in mostra, incluso il design di un primo chip logico di Texas Instruments e il pannello di controllo per un IBM 305 RAMAC (Metodo di contabilità e controllo ad accesso casuale).

Per quanto riguarda l'arte, uno dei punti salienti è un'installazione video multicanale di Beryl Korot, che descrive l'uso di un telaio Jacquard per tessere un tessuto e confronta i codici spaziali del telaio con i modelli di archiviazione di un computer. Nella mostra sono presenti anche copie di una pubblicazione su cui ha lavorato chiamato Radical Software , che ha messo in risalto l'arte informata dal computer.

Altre opere in mostra includono la grafica dei primi plotter di Vera Molnár (sopra), i pulsanti in legno pulsanti disegnati da Gianni Colombo e le opere di John Cage e Lejaren Hiller.

La mostra non fa una grande distinzione tra le macchine e l'arte, considerando invece i disegni delle macchine stesse come importanti opere di design industriale. Ad esempio, un DIAB DS-101 progettato per Ohio Scientific nel 1985 dall'artista Richard Hamilton è esposto sotto un diagramma di una prima rete neurale di Synaptics.

Non è una grande mostra, ma è stato interessante visitare e vedere come un museo considera l'arte ispirata alle macchine e il design delle macchine stesse come arte. La mostra si svolge fino a metà aprile.

Moma: pensare alle macchine come arte